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Originariamente Torriana era denominata “Castrum Scortigatae” (Scorticata), ad indicare l’asprezza di un luogo abbarbicato su uno spuntone di roccia quasi del tutto privo di vegetazione.
In epoca medievale, sulla rupe più grande fu costruita una rocca a guardia dell'antica Via Maior (la via che risaliva la Valmarecchia) come collegamento principale con il Montefeltro e la Toscana; la sua posizione strategica permetteva il controllo del territorio circostante e, insieme alla rocca di Verucchio, fungeva da sbarramento contro i nemici. Contemporaneamente alla rocca, fu costruita anche una torre di avvistamento sul picco del monte (da qui poi il nome Torriana).
La rocca venne poi concessa da Papa Lucio II alla Chiesa Riminese, che la assegnò nel 1186 ai Malatesta da Verucchio. Una leggenda narra che nelle segrete del castello fu trucidato nel 1304 Gianciotto Malatesta, lo stesso che anni prima, folle di gelosia, aveva ucciso la moglie Francesca da Rimini e il proprio fratello Paolo Malatesta, gli sfortunati amanti cantati da Dante nella Divina Commedia.
Lungamente contesa per la sua posizione dominante sulla valle del Marecchia, Scorticata fu possedimento dei Malatesta fino al 1462, anno in cui fu conquistata dai Montefeltro di Urbino. Successivamente passò per le mani di altre grandi casate come i Borgia e i Medici. Nel 1504, come gran parte della Romagna, Scorticata fu controllata da Venezia tornando dopo pochi anni alla Chiesa che, nel 1519, la concesse al conte Pio dei Carpi.
Il nome Scorticata venne poi cambiato in Torriana da Benito Mussolini nel 1938, che trasferì inoltre l'abitato ai piedi del colle dove sorgevano il castello e l’antico borgo medievale.
Attualmente del castello si conserva ancora il corpo centrale (il maschio), l'accesso affiancato da due imponenti torrioni circolari uniti da un arco sovrastante e la cisterna. Occasionalmente è sede di eventi privati e location per matrimoni.
Al di sopra della rocca, all’interno delle mura di cinta del fortilizio, si trova invece l’antico borgo, citato nella preziosa relazione dettata dal Cardinale Anglico nel 1371 che attesta la presenza di “33 fuochi” (focolari o famiglie). Recentemente recuperato, il borgo con le sue “stanze” e la piccola Chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, rappresenta un vero e proprio gioiello situato sul punto più alto del monte di Scorticata, da cui è possibile godere dello straordinario paesaggio della Valmarecchia. Sentieri lastricati conducono al pozzo e all’antica cisterna.
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